Viaggi in Cina: dal caso alla scoperta

Pubblicato in

Elisa Terraneo torna in Cina dopo 8 anni e propone a Humanist un racconto di come sono cambiate le cose tra i suoi due viaggi.
Oltre al mini reportage “Pugili Rivoluzionari” a Cuba, e uno sguardo iniziale sempre sulla Cina, trovate sul nostro canale Instagram le sue meravigliose foto.

L’arrivo in Yunnan, la Cina delle minoranze etniche

Sono capitata in Cina per caso, nel 2017. Come spesso accadeva, ero in viaggio in Thailandia e avevo deciso di esplorare qualcosa di diverso dal Sud-est asiatico. Avevo letto un articolo su un blog sullo Yunnan, una regione di montagne popolata da minoranze etniche, lontana dal mondo urbano e dove la globalizzazione non era ancora arrivata.

Ricordo esattamente l’arrivo a Kunming: gli agglomerati di palazzi rettangolari, tutti uguali e senza balconi, mi avevano colpita subito. Dopo qualche giorno tra città antiche uscite da un film, villaggi rurali, mercati di animali vivi e incontri con popolazioni locali, ho messo insieme i pezzi di un mondo che non mi aveva mai davvero attratta e che invece mi ha conquistata.

La sfida della lingua e il potere delle immagini

Per me la Cina è stata subito una sfida. All’epoca il traduttore offline funzionava male e non sapevo nemmeno come si dicesse “sì” o “no”. Mi sono affidata ai gesti, alla fiducia e alla sorte. La macchina fotografica è diventata il mio linguaggio alternativo: chiedere, a gesti, il permesso di scattare un ritratto è stato un modo potente per connettermi. In quel primo viaggio ho fatto poche foto a persone, ma quelle immagini oggi mi parlano ancora: in quegli occhi vedo una luce magica, un dono unico.

Tornare in Cina: Shanghai tra modernità e quotidianità

Dopo quel primo viaggio ho deciso di studiare cinese. La sfida era diventata quotidiana. Un anno dopo sono tornata in Cina, questa volta a Shanghai: una metropoli scintillante, fatta di grattacieli, comunità expat, ristoranti internazionali e immensi centri commerciali.

La prima settimana l’ho vissuta in hotel 5 stelle come ospite dell’azienda per cui lavoravo. Poi ho deciso di non fermarmi a quel livello “facile”: mi sono trasferita per dieci giorni in una casetta su AirBnb, in un quartiere autentico. Qui ho scoperto la Shanghai reale: i cavoli che bollivano fin dalle otto del mattino, le urla della mia vicina ottantenne, le case basse incastonate tra i palazzi moderni.

Ho capito che anche una città moderna come Shanghai non si apre davvero a chi non ci vive: resta un muro invisibile tra turista e vita reale.

Pechino: tra comunismo, storia e grandiosità

Sono stata anche a Pechino, in un freddissimo inverno. Qui ho trovato un equilibrio tra città moderna e storia millenaria. Gli spazi infiniti, i viali enormi, la maestosità della Grande Muraglia e degli hutong raccontano una Cina che non si studia sui libri, ma si percepisce chiaramente.

Nonostante il gelo, sono rimasta incantata dai dettagli: le lanterne rosse, le porte decorate, i mercati locali. Questa volta avevo un piccolo vantaggio: il mio livello A1 di cinese. Conoscere i numeri mi ha permesso di negoziare al mercato: una conquista enorme.

La Cina oggi: tecnologia, progresso e contraddizioni

Sono tornata in Cina dopo sei anni, con un livello di cinese quasi A2. Parlare resta una sfida, ma capire e riuscire a pronunciare piccole parole che aprono mondi nuovi è stata l’emozione più grande.

Dal 2017 al 2025 ho visto enormi cambiamenti: la tecnologia e i pagamenti digitali sono ormai alla portata di tutti, anche dei viaggiatori occidentali, rendendo più semplice la vita quotidiana e gli acquisti in ogni contesto.
Nelle città il trasporto elettrico ha raggiunto una diffusione vicina al 90%, trasformando il modo di muoversi e contribuendo a un ambiente urbano più silenzioso e sostenibile.
Grazie a queste innovazioni, l’inquinamento è diminuito e il traffico appare più ordinato e controllato, con effetti positivi sulla qualità dell’aria e sul benessere dei cittadini.

ho visto anche una Cina che sta abbassando le barriere burocratiche e semplificando il rilascio dei visti, aprendo nuove opportunità e facilitando l’esperienza dei viaggiatori stranieri.

Allo stesso tempo restano le contraddizioni di un Paese che avanza a testa bassa, tra creatività, disciplina e un sistema politico che non lascia spazio a troppa libertà.

Una Cina che sfida e ispira

Ho visto scuole dove i bambini si allenano a kung fu quattro volte a settimana, competizioni di robot e l’introduzione dell’IA già dalle elementari. Questo mix di tradizione e progresso è ciò che più mi affascina della Cina.

Per me la Cina non è solo un viaggio, ma una sfida personale: ti spinge fuori dalla comfort zone, ti fa sentire fragile, mette in discussione le tue certezze e ti costringe a trovare nuove connessioni. È un’esperienza che consiglio a chi cerca non solo bellezze da visitare, ma anche un confronto profondo con un mondo diverso dal nostro.

Raccomandati da Humanist

Staff Humanist
Staff Humanist
Le notizie del mondo Humanist, scritte dallo staff. Che poi a giro è uno o una che scrive su Humanist, ma siccome è una notizia che riguarda tutto il progetto allora si firma in anonimo e bona lì.